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Don Cesare di Bazan (1942)

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Don Cesare di Bazan (1942)



Regia/Director: Riccardo Freda
Soggetto/Subject: opera
Sceneggiatura/Screenplay: Vitaliano Brancati, Riccardo Freda, Cesare Zavattini, Sergio Amidei, Giacomo Debenedetti
Interpreti/Actors: Gino Cervi (don Cesare di Bazan), Enzo Biliotti (Filippo IV), Anneliese Uhlig (Renée Duras), Enrico Glori (visconte De Beaumont, ambasciatore francese), Paolo Stoppa (Sancho, servo di Don Cesare), Giovanni Grasso (don José de Nogueira, primo ministro), Sanchino Moreno (bambino che salva la vita a don Cesare), Carlo Duse (messaggero del visconte, il "Corvo"), Antonio Marietti (interprete don Giovanni in finta rappresentazione), Alfredo Robert (Pasquale Carnalis, capocomico), Anna Maria Dionisi (cameriera di Renée), Ermanno Donati (Velasquez), Antonio Acqua (capitano Ribera), Armando Francioli (nobile cavaliere), Alfredo Martinelli (nobile cospiratore), Angelo Dessy (cospiratore che provoca il duello nella taverna), Pietro Tordi (uno dei finti attori), Celio Bucchi (duca di Orovesa), Umberto Sclanizza (taverniere), Evaristo Signorini (altro nobile cospiratore)
Fotografia/Photography: Mario Craveri
Musica/Music: Franco D'Achiardi
Costumi/Costume Design: Gino Sensani, Maria De Matteis
Scene/Scene Design: Gastone Medin
Suono/Sound: Tommaso Barberini
Montaggio/Editing: Rolando Benedetti
Produzione/Production: Artisti Associati (1932)
Distribuzione/Distribution: Artisti Associati
censura: 31761 del 07-10-1942
Altri titoli: La lama del giustiziere
Trama: Spagna, 1650. Il nobile cavaliere don Cesare di Bazan rimane coinvolto, contro la propria volontà, negli intrighi orditi da alcuni cospiratori, capeggiati dall'ambasciatore francese e dal primo ministro del re Filippo IV, che mirano a ottenere l'indipendenza della Catalogna. Ma con il suo coraggio e la sua grande abilità di spadaccino, dopo varie peripezie e avventure sentimentali, il cavaliere riesce a svelare il complotto al re, a far innamorare di sé una bella spia nemica, a fuggire dalla prigione e, infine, a vendicarsi dei suoi nemici, facendosi credere morto dopo una finta fucilazione. Andato a far visita al re Filippo nella sala del trono assieme alla moglie, don Cesare riceve quindi i complimenti del sovrano e viene nominato ambasciatore di Spagna a Parigi. I due coniugi, felici, si congedano.

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